venerdì 12 novembre 2010

Campionato Amatoriale di Serie A

Un gran casino. Orde di finti mediani e flotte di attaccanti leggeri. Pattuglie di difensori incapaci di crossare. Allenatori che sembrano spettatori di una partita di tennis al Foro Italico. La testa di là e poi di qua e mai uno sguardo netto e profondo nella partita. Questa è la situazione dei calciatori nel più grande e importante Campionato Amatoriale di Serie A del mondo. Ci giocano anche quelli grassi in Italia. Solo da noi giocano quelli grassi e vecchi. Ora io non so la situazione in Lettonia o in Polonia, ma da noi giocano un sacco di bolsi. Proprio gente che non ha idea del gioco del calcio. Sono allenati da gente in gamba, intendiamoci, ma che col passare delle giornate s'innervosisce e smette di fare. Prendi il mio preferito. Ventura. Vista la pochezza dei suoi uomini ha assunto un atteggiamento dimesso. Da padrone della sala è diventato ospite del bar. E siccome la sa lunga e dei suoi compagni di pomeriggio non glene frega più niente, si scarmiglia. Il bavero della polo gli si affloscia. L'abbronzatura scolora in un pallido ceruleo che sa di mal di stomaco. Forza Ventura. Riparti con le tue avventure, racconta agli ignari astanti i tuoi viaggi e le scappatelle. Marino. Stressato. Malesani. Folle pirata. Quello che l'hanno appena esonerato dal Genova. Un fante. Rossi. Mastica e sta sempre più in giù con la testa. Ma ora vado a vedere Zeman e lì quel giorno sarò di nuovo in pace col calcio. Anche lui allena chi non sa. Ma non si deprime. E' come un principe che nel piazzale vede giocare i fanti. Sono fanti. Cosa vuoi che m'incazzi.
Zamorano corre

p.s. come disse un grandissimo allenatore a chi gli chiedeva lumi su come mettersi in campo: "chi sa, sa. E qui molti non sanno".