venerdì 12 settembre 2014

Il mediano. Uno che mena.

http://www.storiainter.com/Curiosit%E0/Gallerie/Fotodallastagione197071
allastagione197980/campionato2novembre1975torinointer21contrastotraorialiegraziani.html
Mi piace ripensare a lele che corre in mezzo al campo. Adesso è difficile e fuori moda riparlare del lele dopo la famosa canzone che gli hanno dedicato ma chi se ne frega. Lele correva, ma nemmeno tanto. Cioè non era un gattusello tutto soffi e sbuffi. Correva stile locomotiva. Sempre uguale. E menava e gli menavano. Elegante nella stecca, mai patetico nella caduta. Oggi i mediani, vidal è un mediano, o sono purosangue come quel cileno lì, o sono mezzi terzini riadattati, incursori li chiamano, o stroncapalloni senza verso. Ma mediani pochi. Gerard l'inglese è un mediano. Lampard l'inglese è un mediano. Vieira il francese è un mediano, svanstaigher il tedesco è un mediano, stankovic il serbo è un mediano. Italiani mediani solo il lele. e tanti prima di lui. era il ruolo vero dell'italiano che gioca al pallone. Cioè uno inizia a giocare e è un mediano. Perché siamo italiani e quello è il ruolo che ci rappresenta di più. Normale che quando si annacqua tutto, si annacquano anche le vocazioni e si eccelle in ruoli ibridi come baggio e pier piero che diventano stelle fragili di spirito e di ginocchia.  si diventa terzini (altra grande tradizione italica di un tempo) perché i mister prima ti provano lì in mezzo e poi pian piano ti formano difensori. pensa te maldini che bel mediano era. o bergomi. alti forti duri resistenti. ma ci vuole fegato per non arretrare, per non farti scendere a terzino. il mediano vero non lo convinci. ci provano tutti a farlo giocare terzino, ma quello vero risale la corrente, combatte con i pesci più grandi, piglia le botte e con classe cade, si rialza e le ridà. è la nazione che lo elegge mediano, il vero mediano. bertini era un mediano. beppebaresi era un mediano. inglesi e francesi (anche pogbà è un mediano) e tedeschi hanno ancora il mediano. li hanno eletti i loro popoli e loro non tradiscono. noi non ce li abbiamo in nazionale perché nessuno va più a votare. sta a vedere che conte (anche se era un mediano già in fase di modernità e dunque mezzo ibridato) il rauco ne forma un paio. io sto qua a vedere. sicuro che se ce n'è uno, lo riconosco.

zamoranononeraunmediano.

sabato 23 agosto 2014

Maiali Mondiali

"Sow with piglet" di Scott Bauer, USDA - http://www.ars.usda.gov/is/graphics/photos/jun01/k9441-1.htm. Con licenza Public domain tramite Wikimedia Commons - http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Sow_with_piglet.jpg#mediaviewer/File:Sow_with_piglet.jpg
Il maiale per sua natura fa le maialate. Le fa, gli vengono. è la sua natura. Agli uomini le maialate piacciono e questo non è buono quando poi si mettono a farle perché dovrebbero fare cose da uomini. Ai mondiali di calcio ci sono state diverse maialate. In campo con giocatori modesti (il Brasile in questo è stato davvero il maestro), fuori dal campo con dirigenti modesti (in questo è litalia la maestra).
Ma dico questo perché voglio arrivare al concetto che se fai le cose secondo natura tutto va al suo posto. Puoi arrivare ultimo e non ci sono problemi. Il casino è quando vuoi smaialare il tuo mondo. Vuoi cioè incasinare ciò che è facile fare per bene. A cominciare dalle convocazioni, proseguendo per le formazioni, finendo per le eliminazioni. Prendelli (o lascielli vista la reiterata tendenza ad andarsene) lascia a conte dopo aver preso da lippi, non so manco più se lippi 1 o lippi due, una maialata di strategia di vecchi con trippe e zoppìe, gambe secche e mal di schiena e manco uno giovane. Nel senso che non era una strategia pro natura. Era contro natura. Era un'assenza di spirito sano, una mancanza di talento, una pochezza umana. Una stordente debolezza della trama di gioco che anche l'ometto che era vicino al mio ombrellone diceva: "ma che pochezza!". 'Na maialata. Io arriverei a pensare se solo meritassero un cicino il pensiero di qualcuno, che così si fa solo con la consapevolezza di far male. Pensando solo ad avere culo. In effetti la coda del maiale gira gira resta sempre intorno al culo. NO. Nessuno ha il diritto di farci fare quella figura. Quelle figure. Noi siamo italia e non siamo rappresentabili da una nazionale di calcio. Perché è il calcio italiano che è diventato una maialata.

zamoranoNONfamaialate

sabato 18 gennaio 2014

La forza della storia, l'orgoglio dei mediocri

http://www.dailymail.co.uk/sport/football/article-1146782
Gasperini frontebassa dice che la beneamata ha vinto grazie a calciopoli. Bella scoperta. E benvenuto anche a lui nel mondo reale. C'ha messo del tempo, ma finalmente anche lui ha capito come tanti che effettivamente calciopoli faceva vincere solo qualche squadra. E non la benamata. Ma meglio così. Piano piano. La fretta non aiuta quasi mai. Piuttosto quella ovvia considerazione che un ex allenatore nerazzurro fa, me ne fa venire in mente altre. Mi fa venire in mente come benitezz, altro lasciato nerazzurro, si lasci prendere dall'orgoglio e si lasci scappare qualche stizzita risposta in merito alla sua avventura milanese e come non se la lasci scappare sul celsi che l'ha mandato a napoli prendendo al suo posto il sommo vate per provare a rivincere la cempions. Celsi niente storia, inter tanta storia. Inter che ha la capacità unica di tirare fuori dagli ex il meglio/peggio di sé. A patto che siano dei mezzi ometti. Non lo ha fatto con cuper, non con gigisimoni, lucesco, mancini, perfino (ancora) stramaccioni è rimasto fuori dagli ometti. Ci vuole una forza disumana per combattere, addomesticare, seguire, capire la storia. L'inter tritura l'anima dei deboli, dei leccaculi giornalisti, dei mediocri e non esalta, ma rispetta, quella degli uomini veri. Sento dire che la benamata non è una squadra ma un insieme di giocatori e che gli allenatori faticano a imporre il loro giuoco. Per forza. L'inter non è una squadra è un'entità, un cosmo, ma una volta che ti lasci andare e ne segui il fluire indipendente, l'anima tutta sua, il suo abbrivio, è una straordinaria fumeria d'oppio dove ogni cosa non è al suo posto, ma ha un suo posto e dove la gente ama non chi è bravo, ma chi è nel rigiro della corrente, ama quei calciatori che si lasciano perdere nel segno della notte stellata, del cielo azzurro immenso e destabilizzante. Non è mica facile starci dentro. Nessun rammarico dunque per chi non ha resistito, per chi è stato triturato, per chi parla e sparla, per chi tenta un'analisi bacchettona. Non è colpa vostra, siate sereni, siate ottimisti, siate in pace con voi stessi e col mondo. L'inter vi ha preso, degustato, non gli siete piaciuti e vi ha dato agli altri. Amen.
Zamoranodemocratico