domenica 13 gennaio 2013

ricki alvarez mi sta sulle palle

ricki alvarez gioca nella nerazzurra. gioca. giochicchia. ricki alvarez è un indio sudamericano segaligno e ossuto dalle movenze paradisiache e dai piedi (piede) buoni. usa il suo piede preferito (dai che tutti ne hanno uno) il sinistro, totalmente. esterno interno e suola collo dita. è un mancino, pertanto è estroso. ha combattuto battaglie in argentina e suoi tifosi, dopo un avvio lento, lo hanno potuto ogni domenica apprezzare e poi osannare. ricki alvarez diventa ricki maraviglia. e arriva all'inter. subito bello, lento ma bello, si farà. con la sua aria anche sofferente gli vuoi subito bene. sembra uno di quei ragazzini adolescenti che si finiscono dalle seghe, che sudano e non s'arrossano, che gli viene la febbre e la tosse. solo che lui c'ha il dono. c'ha il tiro e il passaggio, c'ha il bribling e lo scatto breve. non protesta mai e manco ride mai. un predestinato. e il tifoso su di lui ci vede. ci vede uno forte, ci vede francescoli e forse cruif perché il tifoso sogna e quello là, ricki maraviglia, è il predestinato. inoltre ricki arriva prima di un altro predestinato, lo stramaccioni, e quindi in testa l'idea che finalmente ci siamo diventa qualcosa più di una semplice fuga dalla realtà. e invece niente. si spegne pian piano all'ala, il suo sguardo diventa opaco, manco suda più, fa solo fatica. ora pensa solo ai suoi infortuni, alle sconfitte, lui è abituato a stare in mezzo, oggi alza la testa, vede quella fascia e gli prende un colpo. non è il suo posto e lui non è più maraviglia. io lo vedevo già in collo ai compagni sorridente, immottato, sporco e felice coi coriandolini che scendono dal cielo e lui lassù lanciato verso le stelle, in trionfo. mi sta su cazzo. perché è il più forte di tutti, ma non ci crede. scommetto che non c'ha manco un tatuaggio.
zamoranomaraviglia